Qualche tempo fa avevo accennato ad Alex la
divisione in sillabe. Faceva ancora molta
confusione tra i concetti di lettere, parole, frasi, ma ho sempre cercato di mantenere un approccio legato alla vita quotidiana, senza "lezioni" quindi, senza teoria, ma solo
esperienza vissuta.
Così ho deciso di continuare anche senza che questi concetti fossero stati completamente acquisiti, fiduciosa nel fatto che prima o poi avrebbe
imparato intuitivamente a distinguerli ed usarli con competenza (e in effetti gli si stanno via via chiarendo).
La questione della divisione in sillabe era partita dal fatto che Maya si era trovata ad andare a capo scrivendo qualcosa e lei aveva scandito le sillabe ad alta voce.
Alla mia prima spiegazione, Alex non aveva capito direi nulla (son cose che fanno sempre piacere...).
Alla seconda nemmeno. Così ho proposto un
gioco: in piedi in mezzo alla stanza, per ogni sillaba delle parole che avrei proposto, si sarebbe fatta una mossa
con tutto il corpo o una faccia buffa o una smorfia. Ho iniziato io, per fargli sentire quali fossero le sillabe, senza più spiegare nulla, viste le mie doti scarsissime.
Non saprò spiegare bene, ma fare facce e mosse che fanno ridere i bambini sì, così dopo poco si è aggiunta a noi Maya, che padroneggia la divisione in sillabe piuttosto bene. Alex dopo poco ci ha seguiti a ruota, anche se con vari errori, che venivano sottolineati con uno spietato solletico.
Il gioco poi si è diversificato: sillabe per Alex e tabelline per Maya. Un giorno ci siamo trovati in posta (ultimamente ho spedito non so quanti
libretti tattili e la posta è diventata la nostra seconda casa), annoiati, e ho preso in braccio Maya, chiedendole le tabelline:
ad ogni risposta esatta corrispondeva una finta caduta dalle mie gambe, con grasse
risate di conseguenza. Poi è stato il turno di Alex: stesso trattamento per ogni divisione in sillabe corretta.
Al che si è sentita un'altra
vocettina che gridava: "Me! Me!": preso in braccio Aris, anche lui veniva ribaltato per ogni verso di animale indovinato.
All'ultimo appuntamento col
Closlieu prima delle feste di Natale, abbiamo deciso di andare all'atelier in macchina invece che con i mezzi, e ci siamo fatti quasi un'ora di traffico milanese. Come passare il tempo? Naturalmente con tabelline e sillabe. Cercavo ispirazione guardando fuori dal finestrino, così abbiamo diviso le indicazioni stradali (Li-na-te, Ber-ga-mo, au-to-stra-de, ecc) e alcuni cartelloni pubblicitari, fino a quando siamo stati affiancati da un'auto dei vigili.
"Alex, adesso dividi 'Polizia locale'". "Po-li-zi...", "Non vorrai mica dividere in due la povera Zia L. o la povera zia D.!!!!". "Po-li-zia-
vo-ca-le".
Da quel momento la
Polizia Vocale è diventata lo spunto per storie assurde (demenziali, ma i bimbi se la ridevano alla grande), fino a che, passando davanti ad un bar, gli ho chiesto di dividere "Tavola fredda". L'epilogo sta nel titolo.