martedì 13 gennaio 2015

Closlieu: esperienze di libertà

Maya e Alex hanno iniziato da un paio di mesi un Atelier di pittura ideato da Arno Stern.

Ero molto dubbiosa sul fatto che potesse appassionarli, perché Alex tende ad essere monotematico nelle sue produzioni (mostri, ragni, robot e poi mostri, ragni, robot, più qualche volta in cui invece disegna mostri o ragni o robot o tutti e tre insieme); per Maya invece le perplessità erano legate al fatto che, dallo scorso anno scolastico, aveva smesso quasi del tutto di fare disegni e creazioni varie.

Con la responsabile dell'Atelier, Paola Beltrami, abbiamo cercato di farli partecipare ad una lezione di prova, ma per un motivo o per l'altro non ci siamo riusciti; ciononostante ho deciso di fare questo investimento, a scatola chiusa (a dire il vero avevo contattato I. di Latte &Champagne, che aveva già iniziato l'esperienza in un'altra città con le sue bimbe, per avere la sua impressione).


Nell'Atelier possono entrare solo i partecipanti, anche se si tratta di bambini (i genitori o accompagnatori non possono entrare né durante, né a conclusione dell'attività, così come non possono vedere le produzioni).

Non è suddiviso per età, ma accoglie nello stesso gruppo persone dai tre anni in su: Maya e Alex si sono trovati con due donne e un altro bimbo, più piccino di loro. Ciascuno lavora per sé, non si tratta di un'attività di gruppo, anche se avviene in gruppo; ma la caratteristica più importante, a parer mio, è che si dipinge esclusivamente per se stessi. Non si produce un'opera da mostrare (i lavori restano all'interno dell'Atelier, anche alla conclusione del percorso), ma si dipinge per il gusto di dipingere, per il piacere di esprimersi liberamente, senza giudizi, senza valutazioni, senza regole, senza schemi, senza fini esterni a sé (fu scelto il nome Closlieu perché significa "luogo protetto").

Il Praticien, cioè l'educatore presente con specifica formazione, ha come solo scopo quello di dare spiegazioni (ed eventuale aiuto) per l'utilizzo del materiale a disposizione.


Il percorso non è ancora finito, non ho modo di vedere come cambi la loro espressione, ma entrambi sono rimasti davvero entusiasti fin dal primissimo incontro, e soprattutto Maya ha ricominciato non solo a disegnare (a casa, intendo), ma anche a colorare, attività che era diventata il suo supplizio massimo (grazie alla scuola). Anche Alex, sebbene continui ad essere monotematico, esce sempre di ottimo umore dall'Atelier, come rigenerato, e ciò non può essere che bene.

Queste parole, tratte dal sito, riassumono perfettamente ciò che arriva ai bambini:

"Ogni bambino indipendentemente dalla sua età, è cosciente di essere unico e irripetibile: impara giocando quanto le sue possibilità siano infinite. Si realizza senza aggressività, senza competizione, né riferimento a un modello e si crea un suo universo".


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