Le vernici ad acqua e atossiche, certificate e bla bla bla, che ho scelto non solo per i due più grandi, ma anche in previsione di eventuali "assaggi" da parte del piccoletto di casa, erano disponibili in pochi colori, e per ottenere un effetto coprente avremmo dovuto dare più mani, ma la curiosità e l'attesa erano troppo forti per aspettare oltre, così abbiamo deciso che erano pronte anche se un po' sbiadite rispetto al materiale già completo che si trova in vendita.
I bambini hanno voluto giocarci subito; quello che ho notato è che il quasi cinquenne si è buttato nell'attività direi a capofitto e senza esitazioni, senza farmi domande, senza cercare la mia conferma, mentre la seienne (che frequenta la scuola primaria) si interrompeva di continuo chiedendo a me suggerimenti o partecipazione.
Da un lato il fatto di essere più grande emergeva in una migliore capacità di previsione, cioè ad occhio, prima di affiancare tra loro le aste, si faceva un'idea molto precisa e quasi sempre corretta della successione, dall'altro aveva "paura di sbagliare", e se era indecisa fra sé e sé cercava il mio sguardo. Il quasi cinquenne invece è partito senza esitazioni, e ha proseguito così fino alla fine; quando trovava qualche intoppo, restava un momento interdetto e poi trovava da solo la soluzione, senza mai distogliere lo sguardo dal suo gioco: era davvero concentrato.
L'aspetto più sorprendente è stato proprio l'autocorrezione dell'errore (presente anche nei giochi di incastri), che in lui era davvero "da manuale".
Abbiamo poi approfittato delle aste per usare il righello e misurare i 10cm, per parlare del metro, che è lungo 100cm (il cento piace sempre come numero), e da lì abbiamo contato a ritroso le decine (100, 90, 80, ecc), trovando la corrispondenza tra decine e unità (l'asta lunga 40cm è composta da 4 segmenti, ecc).
Anche il piccolino ha voluto dire la sua:
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