lunedì 14 ottobre 2013

Il cestino dei tesori di Aris


Ho scoperto il Cestino dei tesori con la mia prima bimba, con cui ho frequentato un bellissimo consultorio di Milano, il Villaggio della Madre e del Fanciullo; qui ho partecipato a varie iniziative a sostegno della maternità, tra cui lo spazio allattamento, il massaggio bioenergetico per il neonato e lo spazio mamma-bimbo per i bambini dai 6 ai 12 mesi circa, all'interno del quale veniva e viene tuttora proposto il cestino dei tesori.
Dietro al cestino dei tesori, che è stato ideato da Elinor Goldschmied, c'è una profonda riflessione sul bambino, sulle sue capacità e competenze, sui suoi bisogni, sulla sua curiosità verso il mondo, ma ha anche il pregio di poter essere realizzato con estrema facilità.

Nel sito Sottocoperta.net - ma ce ne sono tantissimi che ne parlano - ho trovato una bella spiegazione, con molta cura anche ai dettagli, ad es sulle dimensioni del cesto secondo la sua ideatrice, e un lunghissimo elenco di materiali e oggetti che potrebbero andare a comporlo; per chi cerca spunti o ha dubbi su quali oggetti siano adatti e quali no mi pare un bel punto di riferimento.
Detto in parole molto povere, si tratta di un cesto contenente diversi oggetti di uso comune e in materiali naturali, che stimolino i vari sensi del bambino.

Ormai qualsiasi nido o consultorio o centro per la prima infanzia ha uno o più cestini dei tesori, e sono sempre di più anche le mamme che lo creano e lo ripropongono a casa al loro bambino. Anche i miei tre figli hanno avuto il loro cestino, e negli anni gli oggetti sono cambiati, alcuni li ho persi, altri li ho rinnovati, altri li ho aggiunti strada facendo, a volte allontanandomi dall'idea originale (per es non sono mai riuscita ad escludere del tutto la plastica, e il cestino di Aris è quadrato invece che tondo, come dovrebbe essere).

Bisognerebbe avere la pazienza e la costanza di accumulare oggetti, via via che ci arrivano tra le mani. Spesso mi capita di trovare qualcosa che vorrei conservare per il nostro cestino, come un tappo di sughero al ristornate, o una pigna trovata in campeggio, ma poi confesso che molti di questi oggetti li perdo per strada, tra quando ci penso e quando ritorno al cestino. Ed è un vero peccato.



Comunque, questo è il cestino di Aris, forse il più scarno dei tre che ho preparato, ma lui non si è lamentato, per il momento (sapendo solo dire "mammmmma-mmma-mmma", mi va di lusso); ho però riscontrato con tutti e tre i miei bambini che il cestino, a casa da soli, funziona poco o per poco. In consultorio o negli spazi gioco o al nido, tutti i bimbi sono sempre catturati da questi magici cestini, mentre a casa la curiosità e la concentrazione svaniscono nel giro di pochissimi minuti. Il contesto differente, l'ambiente nuovo rispetto alla solita stanza di casa, la presenza e a volte anche l'interazione con gli altri bimbi rendono la stessa esperienza molto diversa. Oltre al fatto che anche la mamma si pone diversamente: in consultorio sta lì, dietro il suo bimbo, vicino, e si dedica a lui; nell'attività del cestino dei tesori così come è stata ideata da E. Goldschmied, la mamma dovrebbe rimanere presente senza intervenire, e invece a casa quante volte mi è capitato di piazzare Aris sul tappeto, col suo bel cestino davanti, e cercare di svignarmela magari per andare a caricare una lavatrice in santa pace? Ecco, funziona solo di rado.



Il risvolto positivo del nostro cestino casalingo è che intrattiene spesso i due più grandi, che scovano tra questi oggettini semplici e in un certo senso banali dei veri e propri tesori (loro, sì!) e si intrattengono tranquilli, coinvolgendo di fatto anche il piccolo, così che alla fine quella famosa lavatrice la riesco a caricare davvero.

Un piccolo trucco, in ogni caso, per far durare più a lungo la magia del cestino dei tesori è quello di crearne diversi: quando si ha parecchio materiale, si sceglie con cosa comporre il cestino, lasciando da parte alcuni oggetti, e dopo un po' di giorni si sostituiscono gli oggetti già noti, già sperimentati, con quelli che erano stati tenuti da parte, rinnovandolo e rinnovando di conseguenza l'interesse del bimbo.



Inoltre ogni giorno (ogni giorno che se ne ha voglia) si può mettere della frutta fresca, ben lavata e magari biologica. Qui si vede Aris che scappa con un limone rubato dal cestino...

2 commenti:

  1. Qua a casa, le bimbe sono sempre state piene di contenitori a portata di mano. Ed è bello vedere come poi, da soli, anche i piccolissimi nascondono i tesori e se li cercano sapendo esattamente come trovarli.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' verissimo, quello che dici: a lasciarli fare, ti sorprendono con delle competenze che altrimenti penseresti di dovergli "insegnare" tu.

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...